luogo: Castel di Lama, Ascoli Piceno
cliente: Italian Episcopal Conference
superficie lorda: 1.480 m2
superficie territoriale : 11.500 m2
costo: 1.635.352,61 Euro
Ogni chiesa è una costruzione di pietre vive; per questo ho scelto di rappresentarne il volume come un solido elementare, una sostanza petrosa, addirittura come una pietra che si solleva dal suo involucro, lasciando entrare la luce, poi, un'altra grande lastra di pietra erige la facciata e l'annuncia alla città. Questa massa petrosa viene scavata per cercare la luce, come nella tradizione dell'Italia centrale ove lo spazio nasce per sottrazione di cavità alla materia e cerca la luce. Ma lo scavo anela anche alla rivelazione e vuole interrompere le chiusure e l'isolamento nell'internità della nostra esperienza finita. Ho cercato così uno spazio centrale, nodale e organico, che esprimesse l'essenza dello spazio fin dalle sue origini con un asse riferibile all'uomo e alla trascendenza di Dio, uno spazio organico e non seriale, perché a differenza di altre religioni, in quella cristiana è centrale l'organicismo e la rappresentazione dell'immagine, proprio come mediazione fra l'uomo e Dio. Lo spazio interno nasce da una sezione che accompagna il cammino, come nelle chiese di tutti i tempi. In basso una materia terrosa sostiene un luogo di ombre e di luminosità, all'interno del quale si svolge il cammino dall'oscurità verso la vera luce, una luce astratta, priva di effetti drammatici, che genera un'atmosfera misurata e razionale. La forma scelta per l'assemblea liturgica - un quadrato - esprime chiaramente una direzione e una gerarchia, ma si costituisce anche come spazialità raccolta per identificare la comunità come popolo di Dio in viaggio verso la salvezza e come luogo dell'accoglienza e immagine di un'assemblea riunita per celebrare i misteri. Ho ricercato uno spazio e un ordine razionali per elevare lo spirito, senza sottrarre attenzione all'azione liturgica con le forme espressive. Si entra attraverso una porta segnata da una croce e, una volta all'interno, la direzione torna chiara e l'asse si conclude direttamente con l'altare e il crocifisso, un secondo asse - minore - è segnato dalla presenza dell'ambone, ricreando una certa polifonia di luoghi liturgici. Davanti alla facciata della chiesa si trova il sagrato, posto su un podio gradinato, che ne sottolinea il ruolo segnando una differenza rispetto alla strada; è un luogo di sosta, una soglia, anche per ammirare il paesaggio dopo la celebrazione. Si realizza così una articolazione di spazi concatenati fra la strada, il sagrato, gli spazi verdi, la corte laterale con un piccolo giardino, l'aula e gli ambienti pastorali. Nella tradizione dell'area ascolana, il sagrato è posto direttamente a contatto con la facciata e con l'ingresso, senza altri spazi di mediazione protetti, che il vano d'accesso scavato nella parete frontale.