luogo: Firenze
cliente: Società Autostrade Spa - Comune di Firenze
superficie territoriale: 44.000 m²
superficie lorda di pavimento: 2.000 m²
volume: 8.500 m3
costo: 5.342.823,00 euro
Il nuovo limite di Firenze, dove la città declina e gli ultimi lembi del tessuto urbano si sovrappongono alle prime, travolgenti reti infrastrutturali, viene segnato dal progetto del Centro Incontri, pensato per un Giubileo che doveva confermare la pienezza della misura umana rispetto alla globalizzazione. In questo smarrimento dei codici, tra la scala dell'architettura consolidata (i luoghi, la disciplina compositiva) e quella delle reti territoriali (la nuova dimensione, la dispersione), su un'area che non è più luogo, ma nemmeno texture paesaggistica, il progetto ha oscillato fra l'eredità della tradizione e l'incertezza dell'esperienza. Ha attinto all'antecedente storico, cercando di trascrivere le forme del paesaggio toscano: i suoi margini murati - tradotti in un ritmo arboreo-tettonico (come una limonaia di villa) - e soprattutto un brano dello Spedale degl'Innocenti, i cui loggiati potessero annunciare la città e accogliervi i pellegrini. Anche i dipinti di Masaccio e di Andrea del Sarto offrivano muri e loggiati, che ho cercato di sposare a questi corpi lineari tipici della mia città. Solo dopo è nata la spazialità interna, indagata con la sezione, come avevano insegnato i miei Maestri. Il progetto fin qui parla il linguaggio dell'architettura toscana: quel suo carattere severo, schivo, spigoloso ma magnifico, la razionalità umanistica, la spazialità sobria e plastica; è una trascrizione di volumi sodi, di chiarezza delle geometrie, una ricerca di regole, di linee nette e di ombra drammatica, ove la durezza della pietra e i materiali terrosi fanno prevalere la tettonica sui partiti figurativi. Poi, il rapporto di scala con il viadotto e l'autostrada hanno interrotto questa ricerca compiaciuta, restituendola ai conflitti e ai principi compositivi della contemporaneità: il non finito, lo smontaggio o il montaggio a secco delle parti, il contrasto fra i materiali e i colori, fra solidità basamentale e fragilità della copertura. In una cornice rigorosa, ma interrotta, le inusitate misure della contemporaneità e il dilagare dei simboli di una civiltà del quotidiano, si sono fissati in una deformazione plastica e visiva dei pilastri - quasi brise-soleil autostradali - e in una ripetizione instabile nella facciata di vetro e legno, che esplora la variazione del ritmo di frequenza e la deformazione della visione e della misura, proprio nella città dove il Rinascimento era nato grazie alla prospettiva.