luogo: Aulla
cliente: Azienda USL 1 - Massa e Carrara
I rilievi montuosi che circondano Aulla, dove l'Appennino viene interrotto dalle Apuane, incombono sulle esigue valli che li solcano e compiono tumultuose compressioni di spazi. Anche il paesaggio regredisce dal concetto di panorama, poiché le viste sono forzatamente ravvicinate, oblique e dominate da una vegetazione rigogliosissima, ribaltando, nella soggezione alla natura, la contemporanea esperienza dello spazio. La costruzione non sorge su una strada di città, né fa parte di un tessuto urbano governato da un ordine prospettico, non partecipa a uno spazio pubblico urbano tradizionale, piuttosto, come tanta parte dell'edilizia contemporanea, si confronta con la casualità dei limiti catastali, con le rade costruzioni adiacenti, con alcuni percorsi pedonali posti su un prato e soprattutto con gli elementi naturali del paesaggio circostante. L'organismo sorge su una delle ridotte valli della Lunigiana, alla confluenza di due torrenti, che incidono alte montagne dominate da pendii boscosi. Il confronto con la geometria convessa dei monti e con gli spazi angusti delle valli, spinge a modificare gli solidi della geometria ortogonale, trasformandoli in conformazioni convesse e poi deformate, spinge a cavare lo spazio dalla massa, spinge a rapporti angusti. Ma su un piano più traslato, invita ad abbandonare i tradizionali riferimenti all'architettura di città, per ricercare forme più evocative di fatti della scienza e della biologia, forse cromosomi, almeno aggregazioni variate di filamenti. Il volume convesso si apre ai flussi di persone e luce, mostra la sua vita interna e da lì traguarda gli scenari naturali circostanti. Invece la sua crosta rimane dura e incisa solo in alcuni punti; non c'è differenza fra copertura e pareti, ma solo fra massa e incisioni. Il volume vuole aprirsi alla luce, come i monti alle valli e ai torrenti, come l'istituzione alle persone, nella ricerca di un dialogo con il contesto civile e paesaggistico assieme.