luogo: Fiorenzuola d'Arda, Piacenza
cliente: Zambonini s.r.l.
La misura e la compostezza della tradizione italiana non restano immuni da quella capacità di fascinazione e di proiezione nel futuro che ormai le immagini della civiltà globale ci mostrano, ma l'idea di un cristallo consumato, con riflessi variabili e contorni indefiniti, riporta su un volume solido e materico, l'attenzione oggi ossessivamente riposta nelle vuote trasparenze tecnologiche. La trasparenza, la continua variazione delle figure e dei colori, la perdita di massa e di corporeità della materia dovevano esprimersi in un'unica visione, capace di incarnare il nuovo logo di questa impresa, dando forma a un'icona in grado di esprimere i valori dello sforzo e del lavoro collettivo di un gruppo di uomini. Il progetto inoltre voleva impiegare le tecnologie dell'azienda, per sondarne le qualità estetiche e urbane; così l'interrogativo sul “come” è apparso fin dall'inizio e ha generato l'idea della doppia facciata, come uno spazio tecnico, bioclimatico ed obliquo. La trasparenza avvolge la massa e la liquidità della condizione moderna si esprime anche con l'abbandono dell'ortogonale e della composizione tradizionale, decantando una massa incorporea, che si flette e vive di riflessi continuamente cangianti. Per questo un'ampia curva asseconda lo sviluppo della strada e, come un grande segno rivolto alla tangenziale, accompagna il viaggiatore, richiamandone l'attenzione. Una variegata mappatura del courtain wall permette di trasformare lo schermo sordo della facciata in una superficie osmotica, capace di assorbire e riverberare le peculiarità del paesaggio piacentino; all'interno la doppia facciata diventa una galleria espositiva nella quale condurre i clienti in una sorta di visita guidata estremamente esplicativa delle capacita tecnico-artistiche dell'impresa. Alcuni tagli increspano la superficie esterna, ne incidono anche gli ingressi; il più importante conduce alla grande hall, ove si svolgono i riti e lo spettacolo del lavoro d'equipe, in un grande spazio luminoso che degrada dall'alto attraverso successivi terrazzamenti.